È dalla settimana scorsa che mi gira per la testa la notizia dell’introduzione nei programmi scolastici dell’ora di Cittadinanza e Costituzione. Che, in fin dei conti, è solo un restyling pret-a-comuniché della vecchia e sempre trascurata educazione civica. Rilanciarla tanto male non potrà fare. Però. Mi chiedo: non sarebbe meglio insegnare a questi ragazzi la civiltà nella pratica, facendoli sentire cittadini fin dai banchi di scuola? Tu per primo, Stato, tratti da decenni bambini e adolescenti come voce di spesa da contenere, li releghi per buona parte della loro giornata in catapecchie cadenti, offri loro una didattica inadeguata ai tempi che vivono, investi sempre meno nel loro futuro, sei sordo ai loro tentativi di dialogo, permetti ai loro parenti di risolvere ogni ostacolo all’italiana, ma poi gli rifili il pippozzo scolastico sui principi della civiltà a cui dovrebbero attenersi? Se invece questi vengono su arrabbiati, refrattari, sfiduciati e rinchiusi nelle loro tribù, io non mi stupisco.
Né mi stupisco se tornano da una gita scolastica a Roma con la delusione che oggi leggo sul giornale locale, per dire:
Hanno messo giacca a cravatta nello zaino per entrare nella Camera dei deputati, a Roma. Il souvenir di 20 studenti dellIsa Galvani di Cordenons nel viaggio-premio in Parlamento, è stato lo stupore. «Banchi vuoti nellemiciclo e pochi deputati presenti attaccati al cellulare o a facebook sul computer portatile: che è sta cosa?». Lo ha chiesto Tobia, al commesso con i guanti bianchi che lo scortava nel tempio della democrazia. «Cari studenti, nel momento delle interrogazioni va chi è interessato ha scalato la marcia dellindignazione ingenua, il funzionario -. E una prassi». Tribune a sbalzo semi-deserte, però chiassose. «I deputati presenti parlavano, si alzavano e facevano una gran confusione è stato il report di Stefy, Rita e Athena studenti dellIsa -. Leggevano giornali, chattavano al computer, telefonavano. Laula fa impressione, perché sembra un mercato dove non si ascolta chi parla, in quel caso lunico ministro presente Alfano. Ci siamo rimasti male, perché siamo più educati noi in aula a scuola».
[Messaggero Veneto del 10 marzo, ed. Pordenone, pag. 4 – non online]
Marco
Mar 10, 2009 -
Caro Sergio, arrivo qui dal blog di Roberta Milano, che ha ripreso questo post. Per un attimo ho pensato ad un déjà vu…
Poi ho addirittura sperato che il Messaggero Veneto avesse “rinfrescato e riproposto” una notizia “vecchia”. Eh si, perché un paio di mesi fa avevo già letto su “La Stampa” una lettera aperta al Presidente Napolitano, da parte degli studenti di un liceo di Pontedera (http://notizie.it.msn.com/approfondimento/articolo.aspx?cp-documentid=12439533). Per quanto possa valere, è la prova che non si è trattato di un caso isolato. E questo non fa che aumentare lo sconforto…
darmix
Mar 10, 2009 -
beh io dirò una cosa controcorrente, ma la dico da tempo. E’ sbagliato il modo in cui è consentito ai ragzzi di visitare la Camera dei Deputati, non quello che hanno visto. Cioè fargli visitare l’Aula. I lavori si svolgono in Commissione (dove i ragazzi e tutti gli estranei in genere, tranne qualche volta i giornalisti (autorizzati raramente) non possono entrare), se i deputati non sono in aula non vuol assolutamente dire che stanno a cazzeggiare (ovvio ci sono anche quelli che lo fanno, come sui blog e nell’universo mondo), continuare con questa cosa dell’aula vuota è una sciocchezza grande come una casa, basta conoscere un po’ di regolamenti e di lavori parlamentari. L’aula è piena solo quando ci sono votazioni (e quando ci sono votazioni in corso, il parlamento non può essere visitato) o quando ci sono collegamente televisivi con gli interventi dei leader, che invece poi sono proprio quelli che non frequentano mai la camera, le commissioni e non “lavorano”, secondo me quindi è proprio il contrario. Tutto invece viene invertito e “deformato”. E continuo a non capire bene a chi serva questa “leggenda metropolitana”.
Ah…non è una difesa della “casta”, della classe politica o dell’attuale sistema parlamentare, solo una mia opinione sul “come funziona”.
darmix
Mar 10, 2009 -
ah, scusa, volevo aggiungere che continuo a leggerti e commentarti, (spero senza passare per “disturbatrice”), anche se non ti sei nemmeno degnato di rispondere al mio precedente commento (anche dicendomi che stavo sostenendo una scemenza, ovvio), ciao
Sergio
Mar 10, 2009 -
@darmix, sui lavori della camera sono sostanzialmente d’accordo con te, mi sembra un distinguo opportuno. non scuso però la caciara, facebook e le varie amenità. così come l’incapacità dello stato di essere veicolo di per sé di educazione civica, che poi era il punto sostanziale del mio post.
(riguardo al precedente commento che citi, ti risponderò lì non appena sarò in grado di dirti qualcosa che sia diverso da un inutile cenno di vita. e aggiungo: eccheccaspitaperò, me l’hai lasciato tre giorni fa, nel bel mezzo di un weekend in cui sono stato lontano e scollegato. l’ho visto ieri e sto facendo oggi le mie verifiche, quando le urgenze di inizio settimana me ne lasciano il tempo 🙂