Ieri a Venezia ho ascoltato i progetti e i sogni di Michele Vianello, vicesindaco e referente di un progetto ambizioso di digitalizzazione della cittadinanza. Non sono segreti: Vianello su questo ha scritto un libro di libero dominio, Una scommessa da vincere. Venezia sarà forse la prima città in Italia dove potremo finalmente passare dal pensare al se e come avere una rete cittadina in banda larga al che cosa farci sopra. Qui ho parlato molto di reti civiche, facendo filosofia sui modi in cui queste reti dovrebbero essere costruite. Ma da qualunque punto la si prenda (Venezia ha scelto di fare tutto da sé, spendendo molto ma comperandosì così una libertà invidiabile), l’obiettivo è identico: dare al territorio un sistema operativo nuovo, aperto, neutrale, sulla base del quale immaginare il futuro delle nostre città. Sulla laguna ci sono ormai molto vicini, ed è a questo punto che comincia la fase più interessante. Per le peculiarità di questa città – e penso alla portata simbolica della sua storia, della sua geografia cosmopolita, del suo essere frontiera alla fine dell’industrializzazione – potrebbe diventare un laboratorio di rilevanza nazionale, da seguire con molta attenzione.