Archivio di gennaio 2006

Fa le capriole

Lo ha scritto Sergio il 30 gennaio 2006 in Cuore di papà1 commento

Un fotogramma dall'ecografia

Centimetrino, questo pomeriggio, faceva le capriole dentro la pancia della mamma. Così, quando il dottore ha provato a scattargli una foto, è venuta tutta mossa. Ma è lì, per un attimo lo abbiamo visto bene: cresce in fretta e il suo cuore dà il ritmo che è un piacere.

Giorni più uguali degli altri

Lo ha scritto Sergio il 28 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

Oggi centimetrino compie tre mesi.
Oggi, otto mesi fa, Stefania e io ci sposavamo.
Fra qualche ora, quattro anni fa, noi si prendeva decisioni importanti.

L’utile schemino

Lo ha scritto Sergio il 24 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

4 settimane + 3 giorni corrispondono alla fine del 1 mese
8 settimane + 5 giorni corrispondono alla fine del 2 mese
13 settimane + 1 giorno corrispondono alla fine del 3 mese
17 settimane + 4 giorni corrispondono alla fine del 4 mese
21 settimane + 6 giorni corrispondono alla fine del 5 mese
26 settimane + 2 giorni corrispondono alla fine del 6 mese
30 settimane + 4 giorni corrispondono alla fine del 7 mese
35 settimane + 0 giorni corrispondono alla fine dell’8 mese
40 settimane + 0 giorni corrispondono alla fine del 9 mese

Si procede

Lo ha scritto Sergio il 23 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

Se i miei calcoli sono giusti, siamo nel pieno della 12.a settimana. Il centimetrino, ormai, di centimetri ne dovrebbe misurarne più o meno 6.

Compagni di viaggio

Lo ha scritto Sergio il 19 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

Non so spiegare perché, ma fin dall’inizio di questo viaggio curioso sono stato convinto che avremmo fatto una parte di strada in compagnia di Sara e Gaetano.

Quando glielo abbiamo detto noi, poco prima di Natale, avevo questa forte e inspiegabile sensazione che ci avrebbero dato a loro volta la stessa notizia. Del tipo, «sapete, dobbiamo raccontarvi una novità», «toh, ma guarda, anche noi abbiamo una notizia da darvi». Così non è stato, in effetti. Ma è bastato nemmeno un mesetto perché l’intuizione si avverasse: di fatto pure il loro centimetrino, quella sera, era già a tavola con noi. Sono così contento per loro, e mi immagino bene le sensazioni che stanno vivendo ora: la scoperta, la gioia, raccontarlo ai parenti e agli amici, la prima ecografia e via via tutto il resto.

Sono felice, tra l’altro, che anche quest’anno ci avvicineranno esperienze molto simili, come già nel 2005 il matrimonio. Il fatto che sia Sara, tra tante persone a cui voglio bene indistintamente, ha un significato importante per me. In lei, più di ogni altro forse, identifico la determinazione della vita che si fa largo a qualunque costo, superando ogni ostacolo si possa trovare davanti e prendendo il meglio da ogni esperienza. Sono convinto che la sua ironia, così spiccata anche in questa occasione, sarà una preziosa compagna di viaggio.

Scelte, ovvero la ricerca dell’essenziale

Lo ha scritto Sergio il 18 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

Ieri sera a cena con Massimo, Massimo e Greta si parlava di ansia. Greta ammirava la facilità con cui Stefania e io siamo passati dal desiderio all’attesa, notando come invece sia difficile conciliare una vita frenetica, un lavoro che genera stress, una casa da costruire e il via e vai di soldi con la voglia, seppure intensa, di avere un bambino. Le rispondevo che, pur non avendo ricette e pur ritenendo la nostra una felice combinazione di momenti e di coincidenze (come poi è sempre una gravidanza), secondo me tutto è riconducibile a una questione di scelte. Ogni scelta incide a cascata su tutte le successive, mentre noi siamo impegnati a scaricare all’esterno le responsabilità delle nostre tensioni. In realtà sono convinto che possiamo scegliere il carico di preoccupazioni che siamo costretti a portarci dietro giorno per giorno: è un incastro di priorità, e – notavo ancora una volta – le mie sono profondamente cambiate in questi ultimi mesi.

Il mio bagaglio di cose materiali si sta enormemente alleggerendo. Il matrimonio, Bali, la visione della vita che Stefania condivide con me hanno profondamente ridefinito il mio atteggiamento. E, sebbene in questi giorni il lavoro invada di nuovo spazi che non gli competono, sono pronto a rifiutare qualunque incarico mi impedisca di vivere qui e ora ciò che ritengo importante. Certo sono fortunato, faccio un mestiere che è molto compatibile con la mia visione del mondo, ho ampi margini per considerarla un’espressione di me prima che un modo per procurarmi quanto mi serve per vivere. Inoltre posso adeguarla con facilità ad altri impegni. È parte della mia vita, non ostacolo alla mia vita.

Ho fatto in modo che fosse così: ho fatto scelte, ho corso rischi, sapendo che comunque tutto quanto era necessario lo avevo già, e per il resto non sarebbe mancata una soluzione. Quella che due anni fa era solo un’intuizione spaventata, oggi è una realtà in cui vivo con soddisfazione: fa più timore quando devi invertire la rotta, poi ti accorgi che tutto assume un senso, tutto è funzionale, tutto è molto più semplice di come te l’eri immaginato. È un percorso di sottrazione, in cui nulla è davvero necessario. Nemmeno una casa di proprietà, tutto sommato: benché abbia sempre pensato che mi piacerebbe da matti costruirla con le mie mani, motivo per cui oggi invidio Greta, in questo momento la vivrei come un passo più lungo della mia gamba, una scelta che mi costringerebbe in un tunnel di altre scelte e da cui per mesi e mesi potrebbero scaturire solo preoccupazioni e stress. Preoccupazioni e stress non sono adatti a questo periodo. Lo saranno forse più avanti, ma allora probabilmente non li chiameremo né preoccupazioni né stress.

Ora è il tempo all’accoglienza del nuovo membro della nostra famiglia. E nulla che non sia funzionale a questo è davvero importante.

Settimane in tre tempi

Lo ha scritto Sergio il 11 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

In gravidanza esistono tre tempi paralleli. C’è il tempo del bimbo che cresce. C’è il tempo scandito dagli esami medici. E poi c’è il tempo dei futuri genitori. L’ultimo è sempre in ritardo: non fa tempo ad abituarsi a uno stato di cose che già avrebbe dovuto mettersi in un altro ordine di idee. La prima gravidanza è un inseguimento continuo: quando lo capisci è comunque tardi. Se il primo tempo, quello che sta nella pancia, è l’unica cosa certa, già il secondo, per esempio, varia da medico a medico, da ospedale e ospedale.

Ecco, le nostre prime settimane di attesa passano così (lavoro a parte). Tra capire quello che bisogna fare e i rimbrotti di infermieri, medici e impiegati perché quello che stiamo facendo avremmo dovuto farlo giorni prima. I tempi degli esami sono un calcolo complicato: devi combinare il periodo esatto per il feto con il periodo giusto secondo il reparto a cui ti rivolgi, e mediarlo con la lista d’attesa. La lista d’attesa in gravidanza è come il carro attrezzi per l’automobile: mica lo puoi ordinare per tempo, ma di fatto dovresti.

Il cortocircuito col sistema sanitario è preventivo. Hai bisogno del medico per qualunque carta, e fin qui nulla di nuovo. Ma l’esenzione parziale pensata per agevolarti complica ulteriormente le cose: ti serve una carta provvisoria per prenotare un esame, ma poi devi presentarne una seconda aggiornata per presentarti alla visita. File duplicate, attese infinite e dottori che, come marinai, possono accompagnarti solo per il tratto di navigazione di loro competenza.

Manca sempre la visione d’insieme, il collegamento tra tutte le componenti resta un implicito atto di fede. Per fortuna che c’è Internet, ancora una volta. Scopri interi forum di persone che hanno il tuo stesso problema: hanno domande e cercano risposte. Chi c’è già passato aiuta. Che è una bella cosa, se vogliamo, anche perché ti spinge a controllare le fonti, a cercare conferme dei dati, dunque a documentarti e a essere più autosufficiente.

Eppure, ci viene spesso da pensare, basterebbe tanto poco per semplificare la vita a tutti. E sincronizzare quei tre benedetti orologi.

Eccolo, il 2006

Lo ha scritto Sergio il 1 gennaio 2006 in Cuore di papà0 commenti

Quante novità ci aspettano nell’anno nuovo. Che impressione se ci penso. E che anno straordinario potrebbe essere anche per te. Te lo chiederanno fino alla nausea, sarà parte della tua identità. «Anno di nascita?», e tu, come se fosse la cosa più scontata del mondo, risponderai «2006!». Vagli a spiegare che è solo un dettaglio. Vagli a spiegare che dentro quel duemilasei c’è dentro un po’ di duemilacinque, di duemiladue, di millenovecentonovantuno, di millenovecentosettantadue e tutti gli altri anni in cui i destini tuo e dei tuoi genitori si sono incrociati. Vagli a spiegare, tu che forse per un po’ conserverai un ciuffo di consapevolezza, che sono solo coordinate convenzionali di uno spazio così ampio che noi nemmeno riusciamo a immaginare.

Verso questa data proverai orgoglio: ti farà appartenere a una classe, sarà il primo modo non istintivo per rapportarti ai tuoi simili, il riferimento rispetto a cui conterai il passare dei giorni. Prima sarà una ricorrenza sempre troppo vicina, e ti sembrerà di giustificare il fatto che non sei affatto piccolo come pensano gli altri. Poi comincerai a vedere quelli più piccoli di te passare le fasi della vita che tu hai già superato, e proverai un misto di tenerezza e di nostalgia. Infine, quella data ti farà pensare a quanto tempo sia passato, a come quei numeri suonino così diversi dai primi anni della tua vita.

Tutto quello che riguarderà il 2006 ti farà scattare un campanello in testa e destare l’attenzione più di quanto potranno mai fare altre date. Sentirai dire che nel 2006 si sono tenute delle Olimpiadi, proprio nella tua nazione. Forse penserai: peccato che me le sono perse, accidenti, una volta tanto che erano così comode da seguire. Leggerai che nel 2006 saranno accaduti fatti, belli e brutti, che avranno fatto prendere al mondo una strada diversa dalle tante che avrebbero potuto essere. Dirai: proprio nell’anno in cui sono nato io, e ti sforzerai inutilmente di ritrovare nelle pieghe della tua memoria una sensazione, una parola, un’immagine. Nel 2006 sarà certamente morto qualche importante personaggio. Magari ti capiterà di pensare se per caso l’hai incrociato in quel misterioso via vai di anime che in una qualche dimensione a noi ignota gestisce il traffico della vita in questa parte di universo.

Benvenuto, 2006.