Visto che questi giorni, complice l’imminente giornata esclamativa di Grillo, in tanti sollecitano opinioni in merito, sintetizzo la mia. Io credo che l’Ordine dei giornalisti abbia un senso di esistere, ma che esista malamente da troppo tempo per avere una giustificazione a continuare. Lo abolirei, dunque? No, al contrario spingerei per farlo funzionare per quel che dovrebbe essere: prima che una corporazione (che forse non è mai esistita), un soggetto di autocontrollo in grado di fare le pulci al lavoro di tutti gli iscritti. Di tutti gli iscritti, tutti i giorni – cosa che adesso evidentemente non è, o non è in modo soddisfacente.
Quella che ai più sembra un’anacronistica barriera sulla via della libertà di cronaca – una barriera che mi pare abbia scoraggiato ben poca gente, anche laddove a scoraggiare era il mercato – è invece, in potenza, la più alta garanzia di libertà, etica e qualità dei giornalisti italiani, soprattutto in un momento storico in cui conflitti di interessi sempre più plateali fanno abbandonare agli editori i loro ultimi scrupoli sulla via dell’industrializzazione selvaggia dei processi editoriali. Fare a pezzi quest’istituzione, che non ha nemmeno la forza di portare a casa un contratto nazionale di lavoro da tre anni, credo non sia né la via più breve né la più efficace per risolvere i problemi dell’informazione italiana. Una vittoria piccola piccola, insomma.
Per fare buona informazione servono editori illuminati, giornalisti professionali (più che professionisti) e lettori maturi. L’Ordine si colloca idealmente molto più vicino agli interessi dei lettori che a quelli degli editori, motivo per cui chiedere la sua testa mi sembra accontentarsi del pesce piccolo e sperare che il pesce grande muoia di fame.
Antani
Apr 22, 2008 -
È che le etiche eterodirette dimostrano quotidianamente di non funzionare. Non credo per principio ad un ente che possa impedire a chiunque di esprimersi, per i falsari dovrebbe bastare la legge.
Sergio
Apr 22, 2008 -
Mi pare che oggi ai falsari oggi facciano il solletico tanto le etiche eterodirette quanto la legge. Ti darei ragione se vivessimo nel migliore dei mondi possibile. Comunque non mi pare che l’Odg impedisca a chichessia di esprimersi. Essere giornalisti non è mai stato, e comunque non è di sicuro oggi, l’unica possibilità per esprimersi. Anzi.
dree
Apr 23, 2008 -
Magari l’ordine impedisse di esprimersi ai giornalisti che vìolano la Carta di Treviso sulla tutela dei minori nell’informazione e tante altre regole ELEMENTARI di deontologia. Sottoscrivo le parole di Sergio.
Marco
Apr 24, 2008 -
Oltre a sottoscrivere anch’io quanto osservato da Sergio, faccio solo notare che l’ordine dei giornalisti, a quanto mi consta, oltre che da noi sopravvive soltanto in Brasile e in Egitto, e oltre a non impedire le bufale e a non garantire alcuna etica, non tutela nemmeno la grammatica e l’ortografia italiane. Il che non stupisce considerato che gli esami li fanno gli appartenenti alla gilda. E che, avendo fatto il praticantato, può sostenerlo anche un semianalfabeta. Con questo, le “grillate” non mi entusiasmano per niente (ecco uno che si esprime anche senza appartenere all’ordine, e a cui anzi i pennivendoli di professione battono la grancassa), ma l’abolizione di questo, come di altri ordini, mi pare sacrosanta.
cfdp
Apr 25, 2008 -
L’abolizione dell’Ordine è secondaria (se rimanesse in piedi come lo descrive Sergio a me andrebbe benissimo), quello che è importante è creare meccanismi – ai quali devono poter partecipare anche i lettori – che premino davvero la qualità. Se invece i lettori preferissero la spazzatura, sarebbe bene non lamentarsi con gli editori che cercassero di pubblicarla.
Carlo Felice
Smeerch
Apr 25, 2008 -
Sergio, in questo caso non mi trovi d’accordo. Se davvero l’Ordine dei giornalisti non è in grado di ‘portare a casa un contratto nazionale di lavoro da tre anni’ – come dici tu – mi chiedo allora a cosa serva. Per questo andrebbe eliminato. Credo sia alquanto anacronistico, ormai. Poi vorrei anche che qualcuno mi spiegasse come potrebbe un’associazione del genere difendere i giornalisti dallo strapotere degli editori e dall’industrializzazione selvaggia.
Io, nel mio piccolo, ho vissuto l’ingresso nel mondo del giornalistico non professionistico molto difficoltoso e antieconomico. Il tutto poi per potersi solo fregiare di uno pseudo-titolo che più passa il tempo e più perde di valore e significato.
Sandro
Apr 26, 2008 -
Come fa notare Franco Abruzzo la legge che istituisce l’Ordine contiene in sé ad esempio l’imprescindibile disciplina per la tutela delle fonti.. Abbatterla vedrebbe ridursi in mutande i pochi che ancora indagano la realtà.
Per il resto all’Ordine da tempo immemore si rimesta nel torbido, circoletti al limite dell’affaristico e completamente superflui se non per il lavoro di segreteria.
La legislazione sulla professione andrebbe riformata e risistemata del tutto, ma chi si arrischia?
Clelia
Mag 14, 2008 -
Anche io sono una giornalista, l’Ordine non si tocca!