Aspettiamo di vedere la proposta concreta, per carità. Ma nelle parole di Berlusconi sull’ipotesi di portare sul piatto del G8 in gennaio un progetto di regolamentazione internazionale di Internet («essendo un forum aperto a tutto il mondo») ci sono tre idee che mi fanno accapponare la pelle: il concetto stesso che si possa in qualche modo regolamentare Internet (capito ancora nulla dello strumento, neh?); la volontà che sia l’Italia a farsi promotrice della proposta (come se avessimo mai brillato a qualunque livello per consapevolezza digitale, qui nel paese ostaggio delle tv); e la speranza che la medesima Italia assuma in qualche modo un ruolo di avanguardia (proprio noi, il paese della legge Pisanu, della legge Urbani, delle reiterate definizioni equivoche di prodotto editoriale, dei sequestri preventivi dei siti web, del reato di stampa clandestina opposto ai siti non registrati e di tante altre comiche digitali). Io, francamente, preferirei lasciare l’iniziativa a qualcun altro. Magari qualcuno che sappia addirittura di che cosa sta parlando.