Vedere un dvd preso a noleggio è sempre più una questione di pazienza. La catena di incuria e maltrattamenti che porta quei pochi centimetri di plastica dalla fabbrica al lettore di casa è fuori dalla mia immaginazione. Sono mesi che non mi capita di vedere un film senza senza interruzioni o salti di interi minuti. Tornerò alle videocassette, credo. Ricordo quando i primi Cd arrivarono sul mercato: erano più pesanti e rifiniti. Incutevano rispetto. Forse un dvd è troppo leggero, non si fa prendere sul serio.
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Complice l’influenza, ho recuperato un po’ di film che mi ero perso nei mesi passati. Sarà stata la scelta favorita dall’offerta 3×2, ma pare che sia sempre più difficile vedere una storia una storia raccontata sullo schermo: sempre più spesso una pellicola preferisce portare lo spettatore dentro un’atmosfera. Che non è sempre male, se il film riesce bene.
The Dangerous Lives of Altar Boys
Strampalato, imperfetto e visionario, l’opera prima di Peter Care entra come pochi altri titoli del recente passato nel vivo dell’adolescenza. Con il suo ingenuo mix tra fumetto e realtà e una storia portata alle estreme conseguenze, è lo Stand by me del 2000. Sprecata Jody Foster, bravo il giovane Kieran Culkin, che qui fa le prove da protagonista per Igby Goes Down, una sorta di trasposizione moderna del Giovane Holden molto apprezzata negli Stati Uniti e in arrivo in Italia.
Signs
Mi hanno sempre affascinato i crop circle e le teorie collegate a questi fenomeni. Le grandi produzioni hollywoodiane tendono a prendere due strade differenti per costruire una storia, in questi casi: la via “scientifica” (Jurassic Park, Twister, Deep Impact) e la via della fantascienza (Contact, Stargate). Signs imbocca la seconda strada per poi diventare un thriller psicologico tutto giocato fra le mura di una fattoria. Comincia benino, ma presto si perde nella fredda perfezione con cui tutti gli intrecci si risolvono e il bene trionfa sull’ignoto. Il percorso religioso del protagonista resta poco più di una discussione sul tempo. Mel Gibson è sempre uguale a se stesso, Joaquin Phoenix non che la polvere del talento del compianto fratello e il più giovane dei Culkin (Rory) rientra nello standard familiare di talento precoce.
Monster’s Ball
La storia drammatica che è valsa un Oscar a Halle Berry è, in realtà, l’occasione per una nuova ottima
interpretazione di Billy Bob Thornton. Il silenzioso barbiere de L’uomo che non c’era è qui un uomo a cui la vita scivola addosso, tra drammi e incontri casuali. Si spreca un po’ di tempo nel tentativo di capire dove voglia arrivare la vicenda (che parte da una condanna a morte, passa per il razzismo vissuto in una cittadina del Sud degli Stati Uniti e s’interrompe in un distributore di benzina). Solo dopo una buona metà ci si rende conto che in realtà tutto è marginale e che al centro ci sono solo due persone in balia del destino. Un film che riesce a essere spesso sgradevole, ma con una classe e due interpreti che valgono la pena. Nella sua genericità, forse una volta tanto il (sotto)titolo italiano è più azzeccato dell’originale.
The Mothman Profecies
Atmosfera, ancora atmosfera. E di nuovo incentrata sul soprannaturale, con in più qualche inquietante e non del tutto chiarito collegamento alla realtà. La storia scorre rapida, poi si perde nell’attesa degli eventi e indugia in modo un po’ ridondante nei risvolti psicologici. Buona la tensione (era da Le verità nascoste che un film non riusciva a spaventarmi), ottima la fotografia.
Magdalene
Dopo tanto parlare, avevo perso l’occasione e la voglia di vedere il film di Peter Mullan che tanto ha fatto discutere a Venezia (sarà anche merito del funereo manifesto italiano, che ne anticipa i toni più brutali, al contrario della più conciliante locandina angloamericana?) . Mi aspettavo un film più ruvido e duro. Ma è proprio l’apparente distacco del regista rispetto alle vicende delle sue protagoniste a rendere il film credibile e dignitoso nel denunciare una pagina di storia recente che non si fatica a credere vera. Tra gli interpreti, Geraldine McEwan eccelle nei panni della direttrice dell’istituto.