Sabato sera ho assisitito a un bellissimo concerto gospel a Bologna (erano i Rhythm&Sound). Al termine del programma è intervenuto un frate francescano, rettore della chiesa in cui ci trovavamo. Ha chiuso la serata con un brevissimo discorso che suonava più o meno così:
«Vi auguro che possiate comprendere il “buon Natale” dell’Altro, detto da chi magari non è in grado di esprimersi bene nella vostra lingua. Vi auguro che il vostro “buon Natale” sia compreso dall’Altro, che potrebbe non capire del tutto le vostre parole. Vi auguro, per questo Natale, che possiate comprendervi.»
Mi è sembrato un bell’augurio, tra tante banalità natalizie uno dei più belli e umani che mi sia capitato di sentire.