Buine sere, ciase scure
ciase scure in miez dai ciamps
e jo spieti te criure
che ti illuminin i lamps

Vedi, maestra Maria Carla, che me la ricordo ancora oggi, almeno la prima strofa? Dio, che fatica imparare a memoria quella poesia. Ricordo ogni lacrima versata per lo sconforto. Un testo lungo e difficile, scritto in una lingua per me allora straniera. Forse la capisco davvero solo oggi, che la scuola dell’obbligo la vivo da padre, la tua ostinazione nel farcela imparare: la necessità di mettersi alla prova, di fare un po’ più fatica di quella che viene semplice, di riscoprire le radici della tua terra perché possa diventare davvero tua.

Mi capita di ripensare a quegli anni. Dico spesso che avere dei figli è spolverare e rivestire di senso le memorie della propria infanzia. Misuro quello che ricevono oggi i miei figli anche in funzione di quel che io a suo tempo ho ricevuto da te e dalle altre maestre della Collodi. Tre maestre ho avuto, in anni ancora di maestro unico: tu ci lasciasti alla fine della terza, perché pretendevi già troppo dai figli di un’epoca che andava cambiando, e non avevi vita facile.

Ognuna di voi mi ha lasciato qualcosa di fondamentale. Chi il gusto per quel che si può fare mettendo le parole una in fila all’altra. Chi l’importanza di non trascurare le materie scientifiche, perché sono l’altra lingua imprescindibile della convivenza. La tua eredità era più complessa e si è rivelata nel tempo: l’etica dell’impegno, l’attenzione per la forma, la cura senza sconti, la tensione verso la parte migliore di noi.

Hai continuato a insegnarmi da adulto quel che il bambino non poteva capire, né serviva capisse. Quando riscopri dietro all’insegnante che aveva tutte le formule e tutte le soluzioni la persona che, come tutti, tutti i giorni, fa i conti col proprio vissuto, coi propri tormenti, con la propria resilienza. Ti danno un bagaglio di arnesi quando sei bambino, e poi semplicemente speri di trovare quello giusto al momento giusto, e non è facile per nessuno, neanche per una maestra.

A noi, finché è stata tua responsabilità, quel bagaglio l’hai fatto riempire bello stipato, e speriamo basti per tirarci fuori da questi tempi complicati. Grazie di tutto. Che tu possa ora risplendere nella pace.