Le ombre parlano… Con le ombre ci parlo – dice Fausto – e loro pure parlano a me. Ci sono due specie di ombre. Le ombre delle persone e le ombre delle cose. Le ombre delle persone sono sempre contente. Quando che stanno davanti alla persona pare che guardano dove metterà il piede: su un sasso liscio, su un pezzo di carta o sulla morbida terra. Quando che invece stanno dietro alla persona pare che passano sull’impronte che ha lasciato con una certa curiosa nostalgia. Le ombre delle persone c’hanno rispetto della persona loro! Un rispetto che diventa pure venerazione. Una cosa seria, insomma.
Mentre le ombre delle cose sono tutte differenti. Quello che nelle ombre delle persone è rispetto e venerazione, nelle ombre delle cose diventa rabbia e invidia. Le ombre delle cose odiano le cose, perché delle cose invidiano la loro immobilità. Le cose stanno immobili. A volte ci restano per un vita, per un’eternità… e le ombre delle cose gli si muovono attorno come bestie al guinzaglio. E c’hanno un’invidia terribile dell’immobilità delle cose. Io le ascolto, ci parlo, è una cosa che si capisce.
Ascanio Celestini, Fabbrica, Donzelli Editore 2003 – pag. 51.