Ad Antonio e a quanti oggi si sono interessati alla curiosa telefonata di ieri racconto che sono andato un po’ più in fondo alla questione.

Riassumo e completo. Suona il cellulare, compare un numero sconosciuto con prefisso siciliano, l’operatrice si presenta come un’addetta di XY che svolge un’indagine per conto di YY. Chiede (dopo aver ottenuto il mio permesso, perché volevo capire di più di una procedura così strana) di quante persone sia composto il mio nucleo familiare, quanti televisori/videoregistratori/dvd/collegamenti a Internet io abbia in casa, il titolo di studio, l’occupazione, l’anno di nascita e, infine, i dati anagrafici.

Al termine della telefonata, chiusa dalla mia interlocutrice senza troppi fronzoli, rimango intedetto: non ho ricevuto nessuna indicazione in merito alla tutela dei dati personali, né ho colto dettagli in grado di garantire al mio buon senso che la signorina dall’altra parte della cornetta avesse davvero a che fare con YY. Come se non bastasse, secondo Pagine Bianche il numero comparso sul display è intestato a una terza società.

YY è Auditel.

Penso: è fin troppo facile usare un nome del genere per ingannare le persone.

Penso male. Nel dubbio di aver regalato i miei dati personali al primo che imbrocca il numero del mio cellulare, telefono all’ufficio stampa di Auditel. Dove, in modo informale, smentiscono ogni mia perplessità e confermano di conoscere tanto XY quanto la società terza. Si appoggiano a queste, mi spiegano, per un’indagine particolare: hanno difficoltà a comporre panel di nuclei familiari formati da una sola persona con i metodi tradizionali. I metodi tradizionali si affidano perlopiù all’elenco telefonico, ma i single sempre più spesso non hanno un numero di rete fissa e utilizzano solo il cellulare. Poiché dei numeri di cellulare non esiste un elenco pubblico, sono costretti a estrarli in modo casuale, sperando di colpire il bersaglio sparando nel mucchio.

Caso risolto.

Detto tra noi, mi sembra un processo quanto meno macchinoso. Nonché – lo dico con tutta la simpatia per quei ragazzi imbarazzati e attaccati a una cornetta buona parte del giorno – un ulteriore imbarbarimento dei già facili costumi dei call center.

Ah, già che ci siamo: esiste già un metodo Torriero per i cellulari?