Ieri Mauro Del Pup segnalava l’interessante iniziativa del Comune di Rimini, i cui assessori – beh, a dire il vero uno solo, per ora – raccontano le loro attività istituzionali su Twitter. Nei mesi scorsi mi è capitato di incontrare diverse realtà civiche online interessanti (Firenze, Schio, il municipio partecipato di Roma), così come da qualche tempo sto seguendo i primi passi in questo mondo della mia città. Esistono molti altri laboratori di e-democracy in Italia: semplicemente non è sempre facile conoscerli e censirli.

Allora – a mo’ di appunti digitali personali, ma anche e soprattutto per dare uno spunto a chi ha informazioni utili da condividere – ho creato una mappa collaborativa. Sto riportando un po’ per volta quello che so in fatto di città che stanno provando a fare cose in Rete: chi ha voglia è libero di aggiungere. Unico requisito: mi interessano poco i progetti che digitalizzano, senza innovare più di tanto, processi tradizionali (e che in genere finiscono nel calderone dell’e-government). Dunque sebbene io intuisca quanto utili saranno alla pubblica amministrazione il protocollo informatico e la firma digitale, tanto per fare due esempi, qui sto parlando di tentativi di fare cose nuove in modo nuovo, o quanto meno di fare cose vecchie in modo nuovo, aprendo nuovi scenari di rappresentazione online della complessità locale. Sto parlando di nuovi abitanti, per usare termini cari a Giorgio Jannis.

Ci proviamo?