Questa leggina che salta fuori così all’improvviso è un po’ agghiacciante: introduce l’obbligo di consegnare alla Biblioteca Nazionale di Firenze e di Roma una copia di tutti i prodotti editoriali prodotti in Italia. A leggere il testo non vengono molti dubbi sul fatto che i siti Web, benché amatoriali, siano da considerare della partita. Il tutto è condito da una multa che può arrivare fino a 1.500 euro (ma, per rimanere alla lettera, la “sanzione amministrativa pecuniaria pari al valore commerciale del documento, aumentato da tre a quindici volte, fino ad un massimo di 1.500 euro” nel caso di un blog che cosa dà? Qual è il valore commerciale di un blog tradotto in valuta corrente?).
Stremati da una serie di leggi che sconfinano in Internet con incompetenza e supponenza, i blog hanno preso due posizioni: quella a dir poco allarmata (Beppe Caravita su tutti) e quella dei preoccupati ma non troppo (LorenzoC la spiega bene).
Io mi iscriverei nel secondo gruppo, considerandolo un esempio di faciloneria legislativa. Ma propongo una terza via: e se il legislatore, come milioni di altre persone in Italia, come tutti quelli che non hanno un blog né conoscono nessuno che ce l’abbia, semplicemente non si fosse posto il problema dell’esistenza di “documenti destinati all’uso pubblico e fruibili mediante la lettura, l’ascolto e la visione, qualunque sia il loro processo tecnico di produzione, di edizione o di diffusione” che non siano libri, riviste, Cd-Rom e siti editoriali commerciali? Se non immaginasse neppure che decine di migliaia di persone trovano divertente, perfino rivoluzionario condividere idee e link? Se non gli sfiorasse nemmeno l’anticamera del cervello l’idea che tante persone possano passare una parte della giornata a produrre testi da diffondere in pubblico senza pretendere una lira in cambio?
I blog non esistono (ancora), al di fuori del mondo dei blog e di qualche articolo di costume sul giornale. E credo che i blogger farebbero bene a tenerne conto, quando interpretano la realtà. Poi, per carità, ignorantia non excusat: il pericolo che la legge possa essere interpretata malamente esiste eccome, e il regolamento andrà seguito con attenzione. Ma ve li immaginate i bibliotecari di Firenze e Roma a ricevere e archiviare uno per uno tutti i blog italiani, da Achiller a Zoro?
Pietro
Mag 15, 2004 -
non sanno più che cazzo inventarsi, veramente…!?!